Dalla IV di copertina del libro

Dalla IV di copertina del libro Strategie di Mediazione
Questo è un libro di comunicazione che offre strumenti operativi e concettuali per svolgere meglio il lavoro di mediatore. Un aiuto per il professionista della risoluzione del conflitto che assieme ad indicazioni pratiche, focalizzate sulla comunicazione interpersonale e di gruppo, propone e stimola una riflessione più ampia su concetti di fondo, senza la quale le indicazioni, le ricette da seguire, sarebbero vuote e sorde. La struttura del libro, in 5 capitoli, segue cronologicamente lo sviluppo di un percorso di mediazione: dalla preparazione remota e prossima, all’avvio della mediazione, dall’analisi ed esplorazione del conflitto, all’individuazione di possibili soluzioni, per finire con l’accordo. All’interno del testo si trovano esercizi per il mediatore, mappe mentali e schemi utili al lavoro con le parti. Il libro è arricchito da tre casi reali, frutto dell’esperienza degli autori. La piena fedeltà della dinamica del disaccordo, e del percorso seguito in mediazione, permette al lettore di calarsi nella realtà complessa della risoluzione, potendo meglio cogliere la relazione tra principi generali e caso concreto. Il volume nasce dalla mediazione dei “saperi” e delle conoscenze di 4 persone che, attraverso uno scambio fecondo, offrono il valore aggiunto di ottiche, sensibilità e approcci diversi.

sabato 24 novembre 2012

Obbligatorietà e cultura della mediazione - relazione

 
Dopo la manifestazione di Roma, lunedì 26 novembre 2012 si terrà a Milano il convegno " Conciliare conviene".
 
 

Parteciperò come relatore con un intervento su "Obbligatorietà e cultura della mediazione".
Di seguito il testo dell'intervento, che insieme agli altri verrà inviato a tutti i deputati.

OBBLIGATORIETÀ E CULTURA DELLA MEDIAZIONE

 

 

Sono qui in veste di presidente dell’Associazione per la promozione della mediazione e delle tecniche di comunicazione D’ACCORD e come rappresentante dell’Associazione per  CULTURA DELLA CONCILIAZIONE.

Non rappresento quindi né un organismo di mediazione né un ente di formazione.

Tuttavia sono stato a Roma, due settimane fa, in piazza Montecitorio prima e alla sala Mercede della Camera dei Deputati poi.

E quello che ho sentito da parte degli organismi di mediazione e degli enti di formazione è semplice: ripristinare l’obbligatorietà.

Per tutelare gli investimenti fatti, certo.

Ma non solo…

Ho anche sentito dire, da altri, che la rimozione dell’obbligatorietà è un’occasione per fare cultura della mediazione.

Non lo credo.

Con le mie associazioni mi è capitato di parlare di mediazione alle università, ai licei, ai circoli di studio, alle associazioni di categoria ….

Nessuno la conosce.

Il resto del mondo civile non ne sa niente.

Non è favorevole o contrario alla mediazione, semplicemente non sa che esiste.

Come farebbe a saperlo?

Chi gliene ha parlato?

So che non è facile da credere per chi come me, e come forse molti di voi, vive circondato da mediatori.

Io lavoro con mediatori, parlo con mediatori, gioco a tennis con mediatori, gioco a calcetto con mediatori ….

Ma al di fuori di questa nicchia, di (quasi) tutti gli avvocati e di qualche commercialista, il resto della società civile ignora la mediazione e senza l’obbligatorietà continuerà a farlo.

Noi nel frattempo continuiamo ad adoperarci per diffonderne la cultura, ma senza adeguate risorse non è sufficiente.

L’obbligatorietà è una di queste risorse.

Obbligatorietà e cultura della mediazione non sono quindi alternative, sono sinergiche.

Servono entrambe.

 

 

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