Dalla IV di copertina del libro

Dalla IV di copertina del libro Strategie di Mediazione
Questo è un libro di comunicazione che offre strumenti operativi e concettuali per svolgere meglio il lavoro di mediatore. Un aiuto per il professionista della risoluzione del conflitto che assieme ad indicazioni pratiche, focalizzate sulla comunicazione interpersonale e di gruppo, propone e stimola una riflessione più ampia su concetti di fondo, senza la quale le indicazioni, le ricette da seguire, sarebbero vuote e sorde. La struttura del libro, in 5 capitoli, segue cronologicamente lo sviluppo di un percorso di mediazione: dalla preparazione remota e prossima, all’avvio della mediazione, dall’analisi ed esplorazione del conflitto, all’individuazione di possibili soluzioni, per finire con l’accordo. All’interno del testo si trovano esercizi per il mediatore, mappe mentali e schemi utili al lavoro con le parti. Il libro è arricchito da tre casi reali, frutto dell’esperienza degli autori. La piena fedeltà della dinamica del disaccordo, e del percorso seguito in mediazione, permette al lettore di calarsi nella realtà complessa della risoluzione, potendo meglio cogliere la relazione tra principi generali e caso concreto. Il volume nasce dalla mediazione dei “saperi” e delle conoscenze di 4 persone che, attraverso uno scambio fecondo, offrono il valore aggiunto di ottiche, sensibilità e approcci diversi.

domenica 11 dicembre 2011

L'influenza del raffreddore

Nel suo ultimo libro Chi crediamo di essere Massimo Piattelli Palmarini, docente di Scienze Cognitive all’Università dell’Arizona, in linea con gli studi di Tversky e Kahneman mette in luce una serie di meccanismi inconsci di decisione che, ahinoi, ci riguardano come esseri umani.
Prendiamo il caso del titolo. A due campioni omogenei di persone viene somministrato un questionario in un centro commerciale. Ai componenti del primo gruppo, “accidentalmente” un passante starnutisce a distanza ravvicinata mentre si accingono alla compilazione.
Meno casualmente, le risposte del primo gruppo sulle loro future condizioni di salute saranno più pessimistiche di quelle del secondo gruppo, ma tale pessimismo si estenderà anche a previsioni assolutamente scorrelate dai batteri, quali politiche monetarie o altri avvenimenti di portata globale. Inoltre i bersagli degli starnuti, appositamente interrogati, negheranno qualsiasi nesso tra il tenore di queste risposte e l’accaduto. L’autore definisce fatti come questi “inconscio cognitivo”.
Che c’entra questo con la mediazione?
Anche il mediatore potrebbe, involontariamente, starnutire.
Non sarà mica influenza?

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